PONTE di Giugno 2012
La settima edizione del raduno Piccola Fiat, promossa
dall’associazione “Piccola Club”,
in due giorni di aprile, ha visto
sfilare numerose Fiat Mod. 18, R25,
211R, 215, 250, 300 oltre a trattori di
derivazione in un giro turistico tra Camino e i paesi limitrofi, rumorosamente
invasi dai mitici prototipi torinesi, conclusosi con il pranzo a Iutizzo. Novità sono state l’intensa attività di prove
di lavorazione agricola direttamente sui campi in località Molino di Glaunicco
e la “Piccola by Night” che ha riservato
divertimento e sorprese per tutti i partecipanti. Prove di aratura, fresatura,
taglio erba e altre di abilità su quattro ruote hanno deliziato i numerosi
appassionati che, alla fine, si sono dichiarati soddisfatti dei loro, pur datati, beniamini.
spettacolo di Clâr di Lune
è il patrimonio di “Clâr di Lune”, la compagnia teatrale che trova
linfa creativa e collante nella sua regista, Loredana Fabbro, e nella sua presidente,
Vittorina Cressatti. Una Compagnia che
va oltre il teatro perché riesce a coniugare passione e socialità al punto da
farne scaturire cultura. Una trilogia vincente che si rafforza ad ogni
spettacolo, ad ogni iniziativa e presenza attiva sul territorio.
Sul palco dell’Auditorium di Bertiolo, con sceneggiatura di Ennio Malisani, il debutto del nuovo spettacolo, “Uno stinco di
santo”, ha confermato il valore della compagnia e di ogni suo componente,
sia esso attore che sostenitore. Impeccabile la recitazione, derivata da una
altrettanto impeccabile regia. Quasi due ore di fiato sospeso e tensione sempre
a livello alto, scandite da cambi di
situazioni repentini e mai prevedibili, di personaggi molto diversi tra loro
fusi dalla trama fluida e gradevole. Sul filo della risata che soggiace poi
alla riflessione. Fin dall’entrata in
scena. Non sul palco ma in mezzo al pubblico, a voce coesa nell’intonazione corale. Cosmopolita
l’intreccio di lingue mescolate con
eleganza per conferire vivacità e colore ai dialoghi. Variegato l’intarsio di
personaggi di provenienza veneziana, friulana, austriaca, fino al “Mamaluc
friulan-musulmano”, con tanto di turca innamorata.
Creativa la ricerca dei sentimenti
umani non classificabili in un tempo datato
bensì in un “futuro che è nel
passato”. In scena pure i vizi ma anche
i pregi dell’umanità: arrivismo, codardia, falsità, autorità, tradimento, avarizia,
a braccetto con fiducia e sincerità fino ad affermarsi nell’Amore che trionfa e scioglie ogni discordia. Prima fra tutte e chiave dell’intera trama, la
reliquia di San Marco, garante del futuro della Patria del Friuli, nascosta nello stinco o “Parsut” . Che diventa foriero di pace in un epilogo risolutore.
NELL’OFFICINA DEI DESIDERI
dato vita alla 12° edizione dell’Officina dei desideri, laboratorio teatrale
riservato a bambini e ragazzi, con la regia di Loredana Fabbro. Ricerca e
sperimentazione sono i cardini del progetto che quest’anno ha giocato ai
contrasti, al pro e al contro, agli opposti che si attraggono e diventano
storie da inventare e raccontare. Che hanno come protagonisti il lupo buono e
il cacciatore cattivo, gli zombi che scacciano le persone antipatiche, i
bambini mascalzoni che imbrogliano ignari vecchietti. Situazioni inventate dai
bambini confluite in un’unica e
variegata storia, ambientata a Belpaese, dove tutti sono attenti al risparmio
energetico e allo sfruttamento di energie rinnovabili. Questa è la storia che
gli allievi del laboratorio hanno messo in scena in Auditorium, il 28 aprile,
davanti a trecento persone. Raccontando loro che gli abitanti di Belpaese,
riuniti per organizzare una festa, litigano per la discordanza di pareri. Ma la
natura risolve il litigio con pioggia e vento che provocano un disastro ed il
buio completo. Ed è proprio in quel momento che la piazza buia diventa luogo
d’incontro, quando ognuno porta qualcosa e la condivide, dando origine alla
solidarietà. E’ così che Belpaese supera i contrasti, le divisioni e le
critiche. Cantando l’Inno alla Gioia i bambini hanno offerto una splendida
lezione di educazione e umanità,
sottolineata dal Sindaco Mario Battistutta e dall’Assessore Provinciale Mario
Virgili nonché dalla presidente di “Clâr
di Lune” Vittorina Cressatti che ha ringraziato i tecnici luci- audio e gli
animatori del laboratorio Angelica
Grosso, Donatella Grossutti, Manuela Vignando e Mario Grosso.
affreschi di un grande autore, emozionano il pubblico del Benois,
al saggio di fine anno della Scuola di Musica “Città di Codroipo”.
Un puzzle di canti, filastrocche e conte della tradizione, in elegante parata, si posa già dalle prime note sulle ali fragili
e tenaci della musica, che nella Scuola trova fiato e linfa. “Ursule Parussule e Man Man Muarte” risorgono
ritrovando la legittima dignità nelle
voci più piccole ma già sulla strada dell’armonia, accompagnate dall’orchestra
d’archi e fisarmonica. Accenti di tromboni, clarinetti, percussioni
e xilofoni fanno da spalla a “Filastrocca maliziosa e dell’altro ieri”, all’ “Un Doi Tre Cuatri Cinc Sis Siet”, a “Ae
bae dome scae”, ai brani africani in
versione tre voci, body percussion, magliette colorate e giovani piedi. A
rispolverare un De Andrè del periodo d’oro provvede il coro degli adulti interpretando “Volta la carta” per ugole maschili e femminili, violino e
batteria. Calorosi gli applausi per il
Super Coro, nobile interprete di classici anni 60 e dei suoni del bosco prima
di “The lion sleep tonight”. Il cuore
lievita ed esulta quando la chitarra annuncia “C’era un ragazzo che come me
amava i Beatles e i Rolling Stones”, quando
il Super Coro intona “Cantava viva la libertà” e l’ensamble di tutti i cori gonfia il palco
con “Il gatto e la volpe” di Bennato. In quel preciso momento si avvera il senso della Scuola di Musica,
dell’operato dei suoi insegnanti e del Direttore Giorgio Cozzutti. Musica per tutti, perché Lei è come il sangue, è in ogni essere pulsante.
Musica senza anagrafe, senza classifiche, senza metronomi. Senza confini. E a Codroipo la fortuna di possedere una Scuola
così vicina, a portata di voce e di cuore, deve convincere ad abbattere le scuse e ad aprire
la sua porta. Perché al solo respirarne l’atmosfera si diventa diversamente felici
CODROIPO – SCUOLA
QUATTRO ALUNNI DELLA PRIMARIA “A.FABRIS”
FINALISTI AL PREMIO DI POESIA “LA MIA CASA”
Messaggero Veneto, sezione scuola, e
dalla libreria Ubik di Udine, su 15 finalisti ben 4 sono alunni della primaria “A.Fabris” : Chiara Geromel, Mattia Trevisan e
Sara Zazzerini frequentanti la classe 4° A e Sofia Gaudino di 5 A. La gara di
poesia sul tema “La mia casa” ha fatto recapitare alla libreria udinese
centinaia di componimenti lirici degli alunni della provincia di Udine. E sabato
26 maggio è stata felicemente invasa dai finalisti che hanno letto la loro
opera poetica sotto l’occhio attento del sindaco di Udine Furio Honsell, del
Direttore e giornalisti del Messaggero Veneto e dei rappresentanti dello sponsor Ursella. 15 bambini col batticuore a
mille, il sorriso smorzato da timidezze più o meno apparenti erano seduti ad
attendere il proprio turno per la lettura e l’apertura del forziere contente il
nome del vincitore assoluto, rispondente a Fiona Senatore della 2° B della
scuola “Rodari” di Udine. Applausi e
condivisione di un momento speciale hanno fatto eco anche alle parole del
Sindaco Honsell, definitosi “rapito dal caleidoscopio di pensieri che hanno
saputo interpretare l’anima della nostra terra friulana, radicata nel
significato della casa”. Interessante
anche l’analisi degli scritti, caratterizzati dall’approccio concreto dei
piccoli autori e dai toni suggestivi e più affascinanti, amalgamati con grande
sapienza, delle autrici. La carrellata delle 15 case, una più bella
dell’altra, ha concluso degnamente la
prima edizione del premio di poesia che gli organizzatori intendono riproporre
il prossimo anno.