Premiazione “Storie in Cammino”
La fiaba fa parte delle 52 di “UN ANNO DA FIABA” su www.pierinagallina.it e librerie.
IL PASSAFIABA
Opera della pittrice Doris Turco – Codroipo (Ud)
Da dove arrivano le fiabe d’oltreconfine?
Di sicuro non viaggiano in prima classe e non entrano dal titolo principale. Al massimo si infilano di sbieco o dal margine del foglio, volando su un tappeto di linoleum, di seconda mano. Ci si aggrappano strette, anche se la plastica è scivolosa. Non possono rischiare di cadere, perché il loro braccialetto magico non funziona più.
Le fiabe clandestine, invece, nascono sui barconi o sotto il mare, da matite colorate usate con parsimonia per non consumarle o con schegge di legno, là sotto, nella stiva, dove l’odore del pesce è così forte da non salvare un pezzo d’aria per un respiro.
Le fiabe in fuga dalla guerra vorrebbero essere scritte da bambini, donne e uomini, che non hanno tasche per una matita e un foglio e, allora, le pensano soltanto, per trovarci una briciola di speranza quando c’è fame, freddo, paura.
Poi ci sono le fiabe profughe, che raccontano quello che succede in posti lontani. Arrivano dopo viaggi terribili: sporche, macchiate, sudate, infreddolite. Nemmeno i loro braccialetti magici funzionano più.
Ecco perché le fiabe clandestine non vengono accolte bene.
«Chi sei tu? Ce l’hai il passafiaba?» chiede in modo poco gentile la reginastra portinaia.
Amir non sa nemmeno cosa sia il passafiaba! Lui è partito dalla Costa D’avorio, ha viaggiato al buio su un peschereccio puzzolente per tantissimi giorni, non è riuscito a contarli tutti e sua madre è ancora in fondo al mare. Amir racconta che nel suo villaggio era un principe buono, di quelli veri, ma adesso chiede soltanto una coperta e magari un panino. Per tutto il viaggio non ha toccato cibo!
«Oh! no, un altro principe con la faccia di cioccolato. Ne abbiamo abbastanza di Alì Babà e di quei quaranta ladroni che si è portato dietro. Tornatene nella tua fiaba» gli risponde, seccata, la reginastra.
“Se nel mio paese non avessero bruciato i libri e impedito ai bambini di leggere, io mica ci sarei venuto qui” pensa Amir, ma preferisce stare zitto. Sa di essere in un libro profugo e la cosa non gli piace.
Sta su uno scaffale troppo in alto, per questo è dimenticato e nessuno lo legge mai.
“È come nel mio paese, dove nessun libro è libero di essere letto. Ci vorrebbe il mio braccialetto magico e un Mago Vero” continua a ragionare Amir.
Si sta stretti in un libro profugo. Pagina contro pagina. Però, una cosa bella c’è. È più facile fare amicizia.
In quel libro ci sono fiabe di ogni parte del mondo.
C’è Vassilissa, la ragazzina bionda e bella, che arriva dalla Russia; Xin-Xin, che ha attraversato tutti i fiumi della Cina; Tariq, che ha nuotato nel Gange e Demane, il cui cuore batte forte forte per la sua amata Africa.
Sono tutti personaggi simpatici, perché sono veri e hanno tante storie da raccontare. Però, ci si annoia, in un libro profugo.
Non si possono fare cacce al tesoro né andarsene a fare un volo in tappeto, nemmeno su uno di linoleum e pure di seconda mano.
«Possibile che nessuno voglia leggere la mia fiaba?» urla Amir.
«Io, io sì, ci sono io» strepita una voce fuori campo.
A volte è così. Basta chiedere. Il Mago Vero sale sulla scaletta, afferra il libro polveroso, soffia sulla copertina e annuncia con orgoglio: «Lo leggerò io».
È fatta, Amir ha il passafiaba! Quello che rende liberi tutti i personaggi delle fiabe clandestine, profughe, d’oltreconfine.
Tutti i personaggi trattengono il fiato. Il Mago Vero non è uno che si fa pregare, legge il libro più velocemente che può e, quando arriva la parola fine, Amir e i compagni possono finalmente entrare nel libro dal titolo ufficiale, non più di sbieco né dal margine dei fogli.
«Etcì, etcì, urrah!» esultano in coro.
«Perché non partecipiamo anche noi alla caccia al tesoro?» propone Xin -Xin.
«L’enigma è scritto sul segnalibro. Eccolo qui. Venti parole in venti lingue diverse e ognuno dei personaggi ne conosce una».
La soluzione la può leggere qualsiasi Mago Vero, quindi, anche tu.
Tesoro trovato. Le fiabe d’oltreconfine esclamano in coro: «Ehi, ma il tesoro siamo noi!»
In quell’istante, il Mago Vero si ritrova le tasche piene di patatine dorate, caramelle e preziose storie incantate.
La reginastra, vista la situazione, tenta di fuggire dal margine di destra, ma quaranta ladroni sono pronti a sbarrarle il passaggio.
«Che cosa ne facciamo di lei?» si chiedono tutti i personaggi delle fiabe.
Il Mago Vero vorrebbe scaraventarla giù dallo scaffale più alto ma Amir, che era il principe buono nella fiaba del suo paese, non riesce proprio a fare il cattivo.
La manda solo in vacanza per un anno, in una fiaba extraterrestre, in mezzo ad alieni melmosi con gli occhi a cucù. Così anche lei capirà cosa voglia dire essere trattata da diversa, senza avere alcuna colpa.
E Amir?
Amir tornerà nella sua fiaba. Il suo bracciale magico ha ripreso a funzionare e lui vuole fare un incantesimo.
Farà venire a tutti una gran voglia di leggere, soprattutto a chi, nel suo paese, lo proibisce agli altri. Ma, poi, tornerà qui. Per mantenere la promessa fatta a Vassilissa. È troppo bella lei, con gli occhi di lapislazzuli.
Intanto, in questa storia, si festeggia a patatine e caramelle.
Siete tutti invitati da qualunque fiaba proveniate.
Anche tu, naturalmente!