RITO DEL THE Giapponese in Abaco Viaggi 14 giugno 2015 – San Vito T (PN) con MAKIKO YAMADA - Pierina Gallina news

RITO DEL THE Giapponese in Abaco Viaggi 14 giugno 2015 – San Vito T (PN) con MAKIKO YAMADA

 

                                             14 giugno 2015: Abaco Viaggi sede di San Vito al T (PN)

 

 

 

 Ore 11.00: Il nostro ufficio in centro a San Vito al Tagliamento si trasforma in un “angolo di Giappone” con Makiko Yamada – mediatrice culturale italia/giappone
 Ci conduce attraverso la “Cerimonia del Tè”, rito Antichissimo dietro al quale si nasconde una vera e propria filosofia di vita. Un percorso di oltre 1 ora fino a sorseggiare la bevanda, calda o fresca.

 Piazza di san Vito T (PN) diluvia

 Vanessa padovani, Elena Romanelli, Makiko Yamada

« Il cuore della Cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre il carbone in modo che riscaldi l’acqua; sistemare i fiori come fossero nel giardino; in estate, proporre il freddo; in inverno, il caldo; fare tutto prima del tempo; preparare per la pioggia e dare a coloro con cui ti trovi ogni considerazione »
(Sen no Rikyū)

Il Cha no yu (茶の湯, “acqua calda per il “), conosciuto in Occidente anche come Cerimonia del tè, è un rito sociale e spirituale praticato in Giappone indicato anche come Chadō o Sadō, (茶道, “Via del tè”).
È una delle arti tradizionali zen più note.

 VIDEO
 

La Cerimonia si basa sulla concezione del wabi-cha (侘茶). Questa cerimonia e pratica spirituale può essere svolta secondo stili diversi ed in forme diverse. A seconda delle stagioni cambia la collocazione del bollitore (釜 kama): in autunno e inverno è posto in una buca di forma quadrata (爐, ro, fornace), ricavata in uno dei tatami (畳) che formano il pavimento. In primavera ed estate in un braciere (furo, 風爐) appoggiato sul tatami. La forma più complessa e lunga (茶事, chaji) consiste in un pasto in stile kaiseki (懐石), nel servizio di tè denso (濃茶, koicha) e in quello di tè leggero (薄茶, usucha. In tutti i casi si usa, in varie quantità, il matcha (抹茶), tè verde polverizzato, che viene mescolato all’acqua calda con l’apposito frullino di bambù (茶筅, chasen). Quindi la bevanda che ne risulta non è un’infusione ma una sospensione: la polvere di tè viene cioè consumata insieme all’acqua. Per questo motivo e per il fatto che il matcha viene prodotto utilizzando germogli terminali della pianta, la bevanda ha un effetto notevolmente eccitante. Infatti veniva e viene ancora utilizzata dai monaci zen per rimanere svegli durante le pratiche meditative (zazen, 坐禅). Il tè leggero usucha, a seguito dello sbattimento dell’acqua col frullino durante la preparazione, si ricopre di una sottile schiuma di una tonalità particolarmente piacevole e che si intona con i colori della tazza.

Entrando nella stanza da una porticina bassa (nijiriguchi, 躙口) che costringe a piegarsi in segno di umiltà, l’ospite entra in uno spazio piccolo, a volte minimo, dove equilibrio e distacco dal mondo sono procurati da gesti che richiamano costantemente la presenza mentale in un ambito di naturalezza e spontaneità, in una sequenza di interazioni codificate e circondata da oggetti semplici ma di grande forza espressiva

 

                                                    Pierina Gallina, Makiko, Nevio e Vanessa Padovani

 

l’atmosfera giapponese ha fatto breccia in tutti.

Shitsurei Shimasu… saluto di commiato.

“domo arigatou”, o,  semplicemente, “grazie”.

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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