TAGLIAMENTO, ieri, oggi, domani
Bugnins di Camino al Tagliamento (Ud): Da Ferrin
In assoluta anteprima, la serata tutta cuore e scienza, dedicata al Tagliamento, è stata declinata da Chiara e Anna Scaini, idrologhe e ricercatrici appassionate, di Belgrado di Varmo e dallo storico Angelo Floramo, di San Daniele del Friuli.
La loro triplice identità, ma tatuata nelle diverse esperienze di vita e di crescita a due passi dal fiume, è emersa, forte e precisa.
Il Tagliamento, l’ultimo fiume alpino d’Europa, i cui canali intrecciati cambiano ogni anno, in epoca recente – 16mila anni fa – si è spostato numerose volte, intrecciandosi, sempre, alla vita dei suoi abitanti.
Nel 1650, secondo i mappatori austriaci, il fiume scorreva per 4 pollici e, sulla riva opposta, sorgeva un unico, piccolo villaggio: Bugnins vecchio.
Già Strabone, storico e geografo greco – 63 a.C – 23 d.C – lo citava come corso di frontiera tra il Veneto e Aquileia, Plinio, storico romano, lo battezzava separandone il corso in Major e Minus, Tolomeo, geografo del 2° sec. d.C, disegnando la prima mappa del mondo intero, tracciava le fila di tilia – tigli. Etimo del Tagliamento, luogo ricco di tigli.
Il linguista Giovanni Semerano, da Talinum, deduceva che il Tagliamento fosse un fratello maggiore, sapiente, da cui attingere saggezza.
“Il Friuli è una società fluviale. L’acqua, che lo ha creato, è il collettore tra il mar Nero, il Baltico e la cultura del Mediterraneo. Ogni popolo pastore è passato qui, conoscendone la sacralità. Ogni sasso è servito alle varie genti per costruire case e strade. È una grande madre, dall’anima femminile. Capace di creare e di distruggere. Un fiume nasce e muore, segue la vita di un uomo. Alla sorgente si forma, al mare muore, ma non scompare. Semplicemente, diventa altro ” ha continuato Floramo.
In che modo, il Tagliamento è parte della nostra cultura?
Quali valori ha?
Dal passato al presente, le sorelle Scaini hanno realizzato un questionario per tutti gli abitanti del fiume – 4mila – catalogandone le risultanze, in base al valore ambientale, turistico, culturale e spirituale, al contatto con la natura, all’identità, alle radici di appartenenza, alla conservazione.
Come viviamo, oggi, sul fiume?
Per secoli, il Tagliamento è stato navigabile. Ora, con minor quantità di acqua a causa di irrigazione e industria, si va in canoa.
Quali sono i posti preferiti?
Il medio corso, i canali intrecciati, dove c’è più acqua, facilità di accesso, un paesaggio gradevole.
Come sarà il suo futuro?
Dipende da tutti noi. Infatti, la gente che ci vive, vorrebbe più natura, aree verdi e zone ciclabili, più persone, più opportunità di turismo e meno impatti umani, quali pesticidi e infrastrutture. Vuole documentare, valorizzare e preservare il fiume e partecipare alle scelte. Oggi esistono tanti comitati spontanei che fanno sentire la loro voce, ma ciò che appare incomprensibile è il silenzio degli intellettuali, definito vergognoso da Floramo.
L’acqua rappresenta le vene della terra ed è a rischio. L’esempio dei Balcani deve essere un monito affinchè la storia non faccia il bis da noi.
“Nessun fiume dovrebbe immolarsi, se non alla libertà”: Angelo Floramo.
Anna, residente in Svezia, condurrà un progetto riguardante due fiumi svedesi e uno in Nuova Zelanda, e Chiara “Cosa mettere nella cesta: musica, gastronomia, poesia, prodotti locali”.
“La natura ha un equilibrio complesso e delicato: per garantire la qualità della vita degli abitanti dobbiamo conservare il più possibile i sistemi naturali come il Tagliamento” sostengono.
Entrambe attendono commenti, proposte, idee, da chi ha a cuore la buona sorte del Tagliamento.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tagliamento
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