Tarzan-Dario Sambucco, ladro gentiluomo, era di Codroipo (Ud)

Tarzan-ladro gentiluomo, era di Codroipo (Ud)

Tarzan-ladro gentiluomo, era di Codroipo (Ud)

Tarzan o Dario Sambucco 1929-1980 era nato a Codroipo (Ud)

Tarzan o Dario Sambucco ispirò il film con Grace Kelly e Cary Grant  “Yo catch a Thief” di Hitchcock



Il nome Tarzan aleggia a Codroipo, fin dai primi anni 50. Nell’immaginario riporta a un uomo con mezza gamba, barbuto, massiccio, cortese, di grande cultura e bella dialettica, anche in francese, che viveva in una baracca sul torrente Corno e viaggiava su un Sulki a tre ruote.

Un mito tra verità e fantasia, un pezzo di storia per il sindaco Nardini.
Avvolto in un alone di mistero per Luisa Venuti, presidente del Caffè Letterario Codroipese, promotrice della serata “Tarzan ladro gentiluomo”.
Chi era, ed è, dunque, il Tarzan che i codroipesi hanno conosciuto o, almeno, sentito nominare? Grazie alle ricerche di Rudi De Tina e Lorenzo Venier, alle letture di Rudy e Monica Aguzzi, e sue vicende sono documentate da articoli – dal Messaggero al New York Times – testimonianze e rare foto.
All’anagrafe è Dario Sambucco, nato a Codroipo il 3 maggio 1929.
Per il mondo, dagli anni 50 fino ai 70, è pseudonimi diversi: Tarzan, Arsenio Lupin, Dante Spada pasticcere e molti altri.
Vive gli anni giovanili a Udine, a Trieste in orfanotrofio, a Bologna, a Milano, dove impara l’arte dei furti nelle ville dei ricchi, ma senza armi.

In Costa Azzurra è il bel rapinatore acrobata, che deruba le ricche signore in vacanza e distribuisce il bottino tra chi ne ha bisogno. A 21 anni viene condannato a otto di reclusione, ma fugge dal carcere di Monaco, dopo aver narcotizzato i secondini. Ha una compagna, Eugenia Bianchi detta Nanu, ora quasi centenne.  Tarzan vuole rubare cento milioni per sposarla, ma, alla fine, arriva a una settantina.
Nel 1953 viene condotto in carcere insieme all’amico Angelo Borin. È questo il tempo in cui la sua notorietà raggiunge Hollywood come ispiratore del film “Yo catch a Thief”, con Grace Kelly e Cary Grant e la regia di Hitchcock.
Nel 1957 è condannato a 30 anni di prigione e portato nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, dove vive legato al punto che si ammala del morbo di Buerger e gli viene amputata la gamba.

Dipinge e mantiene una fitta corrispondenza con l’esterno, fino al 1971, quando il presidente Leone gli concede la grazia. A 42 anni torna dalla madre Maria Marchetta, in centro a Codroipo. Dopo la sua morte, decide di vivere in una capanna sul Corno, vivendo della generosità della parrocchia – Monsignor Copolutti era suo tutore – di tanti amici e della signora Vanda, all’epoca titolare dell’omonima trattoria di San Martino. Muore la vigilia di Natale del 1980, a 51 anni, ma viene trovato il 27 dicembre. Accanto a lui una ventina di cani bastardi.  Il giornale francese “Le monde” scrive la storia di un ragazzo che ha fatto tanti errori, ma li ha pagati tutti e senza sconti.
Spiccano, di lui, dettagli di grande sensibilità, emersi da De Tina e Venier, in dialogo con Giacomo Trevisan. Per lui “Tarzan era solo la maschera di Dario, non un barbone, perché non esiste ladro al mondo che meriti di scontare una pena simile”.

I momenti al pianoforte del musicista Luca Laruina, ne enfatizzano la leggenda.

 

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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