VENEZIA… il mondo è qui. 28 maggio 17
VENEZIA… mangiata come un’intera scatola di cioccolatini al liquore. Goduta perchè poco affollata.
Venezia dal cielo terso, il sole deciso eppure mitigato nell’arsura da una gentile brezza. Venezia ai piedi di turisti in gruppi. Giapponesi, indiani dai veli svolazzanti e la pelle ambrata. Pochi italiani tra cui io, insieme a un gruppo di 150 veneti. Alcuni per la prima volta a Venezia. Sembra impossibile eppure è così. Venezia, la città dell’amore che tutto il mondo ci invidia, è poco conosciuta da chi le sta vicino.
Che il suo centro sia dei turisti è assodato e naturale. Piazza San Marco è talmente bella da togliere il fiato. Peccato che la Basilica fosse chiusa. Quelle porte serrate non mi sono piaciute. Chiuderle alle 17.00 di una domenica di maggio mi pare un’ingiustizia.
Colombi a frotte a volte disturbano lo sguardo che si posa sui tavolini dello storico caffè Florian con una sola persona seduta.
Già. C’è poca gente in giro. La leggo come una fortunata opportunità.
In compenso in un’ora ben tre navi da crociera fanno l’inchino a Piazza San Marco. Prima una MSC, poi una Costa e poi una NorwegianStar. Se il fondale della laguna potesse parlare di sicuro piangerebbe. I colossi passano e se ne vanno, lasciando un lungo brivido misto tra ammirazione, sottile invidia e tristezza. Potrebbero stare più al largo? mi chiedo.
Venezia è uno dei pochi luoghi al mondo dove ogni
volta che ci si va, anche a distanza di anni, sembra di essere sospesi tra la
realtà e l’immaginario e dove la prima supera sempre il secondo. Sembra di
essere piombati in un altro mondo invece
è tutto vero.
Perché si va a
Venezia? Per rifarsi gli occhi. I
suoi scenari calmano.
Una piccola pausa sembra una un pezzo di eternità.
Venezia è un’opera d’arte a sé, un grande museo a cielo aperto, inserita dall’UNESCO nel 1987 nella lista del
Patrimonio dell’Umanità.
Riprendo la mia passeggiata rifacendomi gli occhi. Perchè Venezia si visita così. Lentamente.
Il modo migliore per conoscerla è quello di imboccare una calle e di
camminare con il naso all’insù osservando tutto quello che si presenterà
davanti così, senza guida, senza cartina e senza paura di paura di perdersi perché
come per incanto si arriverà comunque sempre a Piazza San Marco.
L’unica città pedonale del mondo è
percorribile facilmente a piedi e il fatto che non ci siano automobili la rende
un’esperienza unica.
Cuore pulsante di Venezia è la splendida Piazza San
Marco il salotto più elegante d’Europa, con il
campanile, la Basilica con i suoi
5 portali e decori di marmi e mosaici,
il Palazzo Ducale simbolo dei tempi d’oro della Serenissima, La Torre
dei Mori più nota come torre dell’orologio, i caffè storici che danno sulla
piazza.
importanti monumenti architettonici del mondo, sin dal 1094, offre un
affascinante mix di stili e ornamenti unici al mondo. Il soffitto è un insieme
di mosaici in oro e bronzo impreziositi da una varietà inestimabile di pietre
raffiguranti scene bibliche. L’edificio attuale è una sostituzione di una precedente
Chiesa del 128 costruita per ospitare le reliquie di San Marco recuperare dei
Mercanti veneziani da Alessandria d’Egitto. Oggi le reliquie si trovano sotto
l’ altare Maggiore della Chiesa.
Già… e risalendo sulla motonave Azzurra vederla sparire dalla cabina di pilotaggio.
E’ bello però raccontare di lei, di Venezia, delle sue isole…insieme a Giuliana e Sonia… ai passeggeri in ascolto e ai piccoli “segretari”,
Venezia comprende 118 isolotti nei sei distretti chiamati sestieri. I più noti sono Cannaregio Santa Croce San Marco Dorsoduro San Polo. Altri
importanti distretti comprendono le isole di Torcello, Murano, Burano e Mestre,
collegata a Venezia da un ponte lungo 5 chilometri.
Ed è a BURANO che ci fermiamo e scendiamo, a scoprire l’isola dei merletti e delle case colorate.
Moltissime riviste
internazionali annoverano Burano tra le prime 10 città più colorate al mondo.
Tutti i visitatori rimangono affascinati dai suoi mille colori che si riflettono nelle acque verdi dei canali, dal
campanile storto, dalla sua tranquillità e dalla calma con cui le anziane signore
ricamano l’originale merletto buranello con il loro tombolo mentre, tra di
loro, ridono e chiacchierano nei campielli.
bambini che sfrecciano liberi con la loro bicicletta, balconi variopinti grazie
ai colori dei fiori, pescatori che issano il pesce fresco appena pescato dalle
loro imbarcazioni tipiche.
Alla fine della Piazza Galuppi è situata la Chiesa di San Martino Vescovo,
che all’interno ha una famosa tela giovanile di Giambattista Tiepolo del 1725, la “Crocifissione” . Cristo crocifisso al centro, tra i due malfattori, e il
drammatico gruppo delle donne ai piedi della croce. Curiosa è la
presenza nell’angolo inferiore a sinistra, dentro ad una cornice, del
ritratto del committente, probabilmente uno speziale dell’isola.
Immagine della Madonna Bambina: dono delle suore della Congregazione di Maria Bambina alla comunità di Burano nella quale per tanti anni hanno svolto il loro servizio.
Quadro
intitolato “Il Miracolo dei Ragazzi che Traggono a Terra il Sarcofago” di Antonio Zanchi (1690). In quest’opera viene ritratta l’intera piazza di Burano (la quale è stata dedicata a Baldassarre Galuppi,
detto “Il Buranello”), con la chiesa, non ancora come l’attuale, gli
edifici dell’epoca, la colonna con il leone di San Marco e il pilone
portabandiera, a Burano chiamato “standardo”.
Infine, il ritorno verso Jesolo e la terraferma. Affidando alle onde increspate la sensazione di aver trascorso una giornata davvero piacevole in un territorio d’acqua unico al mondo.
vengono chiamate la Venezia del Nord o del Sud per il semplice fatto di avere i
canali o essere formate da un insieme di isole.
bellissime come Amsterdam, Stoccolma ma
nessuna è paragonabile nemmeno lontanamente all’originale. I turisti in città
ogni giorno arrivano da ogni parte del globo non solo per ammirare
le attrazioni più rinomate ma anche per assistere ai noti eventi manifestazioni
tra cui il Carnevale, la Biennale del Cinema e tantissimi altri.
indescrivibile, uno di quei pochi posti da visitare almeno una volta nella
vita.
luogo dalla bellezza immortale decantato e amato da molti prima e dopo di lui.