VISITA GUIDATA DI CODROIPO Centro (Udine) – 29 ottobre 2017
In occasione della grande fiera di San Simone, Abaco Viaggi ha organizzato la visita guidata del centro di Codroipo e del Museo archeologico, con la guida professionista Costanza Brancolini, dopo aver “viaggiato” virtualmente in Messico, India, Iran, Cuba, per il tempo di un the caldo.
Molto apprezzati gli auricolari perchè hanno consentito di ascoltare le spiegazioni pur in mezzo alla folla.
La Fiera di San Simone, erede del tradizionale
mercato contadino d’autunno. Famoso in passato per essere il più importante
mercato di bestiame bovino della regione fino agli anni Settanta. La fiera si
conclude di consueto con il mercato grande e l’assegnazione del maggior premio
letterario in lingua friulana, il “San Simon”.
zona delle risorgive. Abitata già in epoca romana, deve il nome alla parola
latina Quadruvium cioè incrocio di
due importanti strade, la Via Postumia
che collegava Roma con Aquileia e la Via Julia Concordia che partiva da
Concordia, guadava il Tagliamento nei pressi di Camino al Tagliamento e si
dirigeva verso nord, congiungendosi, presso
Gemona, alla Via Julia Augusta che portava al Norico, l’attuale
Germania.
e frammenti di ceramica risalenti al I sec. d. C. ed esposti nel Museo Civico. Il centro è
Piazza Garibaldi, una piazza eclettica, dove si trovano vari stili
architettonici. Nella piazza meritano
una visita il Duomo e le antiche prigioni che ospitano il museo archeologico.
come tutto il Friuli, alle invasioni barbariche. Del periodo longobardo, sono
rimaste alcune tracce. In piazza Giuseppe Garibaldi sono state scoperte alcune
tombe. Spaventose e devastanti, le invasioni degli Ungari nella prima metà del
900. Lasciano una traccia profonda nella memoria collettiva delle genti locali
la cui esistenza fu seriamente minacciata: per oltre cinquant’anni Codroipo e
la pianura fino all’Isonzo sono sottoposti alle incursioni tanto improvvise
quanto crudeli della soldataglia ungara.
arginare parzialmente tale violenza, grazie alle antiche fortificazioni romane
recuperate e rinforzate. La rinascita codroipese si identifica con l’apporto di
nuove forze umane ed economiche provenienti dalle terre di confine a est su
iniziativa del Patriarcato di Aquileia.
attestato in particolar modo dall’esistenza di numerosi toponimi di origine
slava. Sul finire del
Settecento venne conquistata da
Napoleone, e fu sotto il dominio austriaco sino al 1866 quando fu annessa al
Regno d’Italia.
Nei dintorni, nella zona delle risorgive,
troviamo:
Moraulis, Morava, Gomila (dallo slavo, “tomba”), Braida Mala
(malo in slavo vuol dire “piccolo”), Patoc (Pòtok, in slavo, o Patòk,
in russo, significa “ruscello”), Blasima. Più oltre, nella campagna
che gravita attorno a Codroipo, ci sono Biauzzo (Blauz, da “bliusti”,
“custodire”), Jutizzo (dal russo “jutiç”,
“rifugio”, “asilo”, “ricovero”, “luogo
nascosto”), Lonca (“prato”), Screncis, Bugnins (“chiesa
bassa”, “chiesa di sotto”), Straccis (guardia, “luogo di
guardia”), Rividischia, Muscletto (“palude maledetta”).
Alla ripresa demografica si affianca la
ristrutturazione dell’agricoltura, grazie alla presenza e all’opera dei monaci
benedettini della vicina Abbazia di Sesto al Reghena.
DUOMO: La chiesa arcipretale
intitolata a Santa Maria Maggiore sorge nel cuore di Codroipo all’interno del
sito ove anticamente sorgeva la cortina difensiva edificata fin dall’800 come
difesa dalle invasioni barbariche. La prima struttura risale al 700 e distrutta
da un incendio nel 1412. La costruzione della Chiesa risale al 1731 e richiese
16 anni di lavori. Più tardi, nel 1840,
su disegno del conte Lodovico rota, la si abbellì con l’attuale facciata. il
soffitto del coro, affrescato dal pittore Barazzutti nel 1913, crollò durante
gli scoppi ed
i bombardamenti dell’ultima guerra. Ciò accadde il 12 ottobre
1944, allorché velivoli angloamericani sorvolarono la stazione ed incendiarono
un treno fermo su di un binario morto, carico di sette vagoni di tritolo. La
buona gente dimenticò i danni delle proprie abitazioni, e riparò la Chiesa alla
meglio. La spesa fu di L. 120.000. il 24 dicembre dello stesso anno si riaprì
al culto. Trascorsi due mesi appena, nella notte dal 20 al 21 febbraio, durante
un’incursione, venne nuovamente colpita. Una
bomba cadde davanti all’altare del ss. Crocefisso sfondando il coperto e
facendo crollare una capriata. Tutto andò in frantumi. Lo stile
architettonico neo-classico corinzio
con facciata jonica non subì deformazioni. Il recente
restauro l’ha portata alle condizioni ottimali.
NERO: Ha 600 anni di storia, dal volto intenso e misterioso, è custodito
da oltre 200 anni nel duomo di Codroipo e conosciuto come Cristo nero».
Risalente alla seconda metà del 1400, il Cristo nero deve il suo nome al colore
bruno con cui è stato rivestito. È giunto a Codroipo da Venezia nel dicembre
1808: era il Crocifisso che accompagnava al patibolo i condannati. La visita si è conclusa al Museo archeologico, ex prigioni, collocato nelle ottocentesche ex carceri, raccoglie reperti locali dall’età del bronzo al Rinascimento, con un’ampia sezione di età romana, che provengono da scavi e ricognizioni effettuati nel territorio negli ultimi anni. Tra i materiali esposti si segnalano reperti protostorici provenienti dai castellieri di Rividischia e Gradiscje; anfore e altre ceramiche di età augustea, fase storica più rappresentata sul territorio; corredi della necropoli romana di Iutizzo, che ha restituito 69 tombe databili dal I sec. a.C. alla metà del IV sec. d.C.; reperti e inumati provenienti dalla necropoli longobarda, situata probabilmente nell’attuale centro del paese (Alto Medioevo); ceramica policroma rinascimentale.
E’ visitabile la vecchia prigione, ristrutturata mantenendo l’impianto e i serramenti originali.
Dalla vetrina del Forno Toso, in Piazza Garibaldi, azienda che conta ben 158 anni di attività. Oggi gestita da Cesarino Toso.
UN THE IN VIAGGIO
In occasione della Fiera di san Simone, Abaco Viaggi T.Operator di Via Italia, 34, ha invitato alcuni amici viggiatori a bere un the con suggestioni di Grandi Viaggi: MESSICO, INDIA, IRAN, CUBA, ispirate da Vanessa Padovani.
Ogni occasione diventa momento di incontro e condivisione, andando “virtualmente” fino in capo al mondo” ma rimandendo seduti, al caldo. Magari progettando o, semplicemente, fantasticando.