x iL PAESE gennaio 2014
AGLI UOMINI CHE AMANO LE PROPRIE DONNE
notizia. I giornali e la tivù non sprecano una sola parola per parlare di loro.
Degli uomini, di ogni età, che amano davvero le loro donne. Diversissimi da quei
maschi che danno ossigeno alle cronache più raccapriccianti. Se di loro si occupano fin troppo i
media, a me piace parlare di fatti
reali, sotto gli occhi di chi vuol apprezzare,
e di cui sono protagonisti proprio gli uomini. Il loro numero è più alto
di quanto si creda. Uomini capaci di
aiutare, comprendere, incoraggiare, apprezzare le loro donne. Che, in decenni di matrimonio o convivenza, mai le
hanno picchiate, tradite, né hanno inflitto
loro il dolore del rifiuto o dell’abbandono. Uomini che sanno far ricorso al
bagaglio di pazienza anche nella malattia e riescono a fare cose a volte
impensabili per la natura maschile. Se
ci fosse qualcuno che non mi crede, me lo dica. Sarò ben felice di stilare una
lista, con situazioni vere che ho modo di
apprezzare. Ne vedo molti accanto a
mogli ammalate. Le accudiscono, con
dedizione ammirevole, quando ictus malefici tolgono loro l’autonomia. Le imboccano
e puliscono, ringraziando Dio di averle ancora. Le sostengono se cadono in depressione, disegnando
per loro la strada della ripresa. Ho
visto un anziano signore scaldare tra le
sue le mani fredde della moglie, nella bara.
Lo sguardo di un amore senza pari.
Un altro coprire la moglie inferma di ogni attenzione possibile, facendo
cose che mai avrebbe immaginato. Come fare il bucato o aiutarla nei gesti più
personali, riuscendo perfino a sorridere.
Questi uomini, il più delle volte invisibili, vivono accanto a noi. Non sono perfetti, certo, ammesso che la
perfezione esista. Ma il bello sta nel
fatto che molti sono giovani. Pronti ad
aiutare le proprie donne, anche nelle faccende e nella cura dei figli. Senza porsi i confini di
competenze. Uomini che non si ubriacano, non giocano nemmeno al gratta e vinci,
e non cercano distrazioni che possano danneggiare alcuno. Che lavorano sodo e
si preoccupano costantemente della famiglia, delle loro mogli o compagne, verso
le quali nutrono quel senso del rispetto che sembrerebbe passato di moda. Uomini reali, che riescono a tornare a casa
senza vomitare rabbia e stanchezza,
disposti ad ascoltare senza per forza giudicare. Che sanno inventare gesti gentili
al di fuori di compleanni e anniversari. A questi uomini va la mia lode. A compensare
l’infamia di quelli che le loro donne le terrorizzano, le zittiscono, ne azzerano i talenti, spesso solo per
invidia, o perché le considerano proprietà senza valore. Invece, vedo, con sollievo e speranza, uomini
che condividono le soddisfazioni delle
loro donne e le spronano ad andare avanti. Non sono eroi né principi azzurri. Ma semplici schegge di speranza in questo pazzo mondo che gorgheggia
violenza, in particolare contro le donne.
DI CLAR DI LUNE IMPAZZA
di Lune che di entusiasmo ne ha davvero da vendere. E lo ha ampiamente
dimostrato al debutto dell’ultima creatura teatrale “Sespis”, davanti ad un
pubblico accorso da ogni dove per non perdersi la “prima”. Risate in quantità
industriale di pari passo con la simpatia di ogni personaggio, tratteggiato
quasi fosse sotto la lente
d’ingrandimento. In una farsa, in lingua
friulana che tocca i punti dolenti
della natura umana, tra cui la gelosia, la bramosia e la cupidigia e, con garbati flash, i punti critici dell’attualità, quali la droga, il vizio del
gioco, ragazzi difficili, i cavilli degli avvocati. Tutto questo dentro un testo che è opera dei componenti la
compagnia, magistralmente coordinata dalla vulcanica regista, Loredana
Fabbro. Clâr di Lune si colloca sul
territorio come un condensato di
passione per il teatro lunga
un ventennio eppure capace di evolversi,
di pari passo con i gusti e l’attualità, fino a sorprendere ad ogni spettacolo.
“Sespis” sa davvero far trascorrere un’ora divertente in un viaggio tra i
sentimenti umani premiati dall’inaspettato lieto fine.
libro di Scolari “Prendere il vento”
scrittore di Torino, Giampiero Scolari,
ha presentato il suo libro di 18 racconti “Prendere il vento” . Grazie all’amicizia che lo lega a Giuseppe Sartorello, presidente del SOMSI di
Codroipo, co- promotore della serata. L’ambientazione del libro è in un luogo che
non esiste, ma è del sogno e della memoria, della realtà e dell’immaginazione.
E’ presente, passato, futuro che si confondono. E’ un luogo in cui ognuno di
noi ritrova tracce della propria vita. “Scrivo per crescere, misurarmi – dice Scolari – la mia è
una forma di racconto applicata alla poesia. Il
prologo è la chiave di volta per comprendere i racconti che vivono di
vita propria. Lo spaccato di vita che si rincorre nelle pagine ci presenta
personaggi tipici anche di questa zona. Traspare l’attenzione per la natura,
l’affetto per gli ambienti rassicuranti, la descrizione pittorica dei luoghi e
dei paesaggi. I fili del libro sono
tenuti insieme da Carlo, il personaggio chiave , che diventa “Il Carlo”. Dalla conversazione con il pubblico l’autore
plasma la conclusione “ Ho letto con
passione Pavese, Fenoglio, ma preferisco lo stile mio. Scrivo in modo semplice,
lineare, seguendo l’istinto. Scrivere aiuta a stare bene”.
scenografo, pittore e disegnatore grafico, da quando è in pensione dedica a
Pozzo e alla chiesetta di San Rocco ogni energia e competenza. Nel solo mese di dicembre ha realizzato il
calendario 2014 “Barcon sul paîs di Poç”,
una sorta di radiografia di Pozzo, in un racconto visivo di 50 foto. Alla prima
tiratura, andata a ruba, è seguita la ristampa per poter soddisfare tutte le
richieste. I proventi saranno
interamente devoluti alla Chiesetta di San Rocco. Inoltre, dal 2003, Martinis realizza un presepio
monumentale in stile Vinciguerra, il primo illustratore che inventò il processo dell’incisione, e ogni anno lo arricchisce di vari elementi. Il
presepe è visitabile in Via San Rocco, nei pressi del pozzo, davanti
all’abitazione di Angela Pevato, ideatrice di un gruppo spontaneo di abitanti e
nativi impegnato a ridare l’antico splendore alla chiesetta di San Rocco,
adiacente al locale cimitero.
con il SOMSI e la poetessa Graziella Noacco
da Giuseppe Sartorello, ha promosso “Faliscjs”, dedicando l’edizione 2013 alla
poetessa Graziella Noacco, di Corno di Rosazzo. Protagonista il suo ultimo
libro “ Le gioie della vita, i dolori dell’anima”. Introdotta dalla narratrice Maria Teresa
Costantini, sulle note del pianista Sebastiano Gubian, Graziella Noacco ha
incantato il pubblico con le sue interpretazioni poetiche, rigorosamente
recitate a memoria. Con le sue 78 primavere e un sorriso dialogante, la poetessa ha recitato
ogni verso con la naturalezza di chi l’ha già vissuto prima ancora di
scriverlo. L’autrice, che ha al suo attivo molte pubblicazioni e premi
poetici, scrive e si racconta con
piacere e naturalezza. Con la grinta e la simpatia di una donna da prendere
come esempio. Anche nel modo di
affrontare la vita, con tutti i suoi dolori e le sue gioie.